La sessualità negli adolescenti

08 Gen 2016

di Maria Libranti

I cambiamenti della società negli ultimi decenni hanno influenzato in maniera significativa gli anni dell’adolescenza: l’adattamento all’evoluzione somatica e psicosociale tipici di questo periodo, avvengono sempre più in anticipo e in un ambiente caratterizzato dalla “iperstimolazione” da parte dei mass media. Tutto ciò in una condizione familiare diversa dal passato e con un impressionante aumento del consumo di alcol e droghe. Nell’attuale contesto socioculturale i giovani si trovano sottoposti ad una molteplicità di stimoli riferiti al corpo e alla sessualità che favoriscono una socializzazione anticipatoria della sessualità. I modelli di bellezza e di seduzione vengono proposti in modo capillare e massiccio attraverso i media, in primo luogo la televisione ed internet. Sulla rete la pubblicità e la pornografia occupano uno spazio immenso che, difficilmente, anche il navigatore più distratto e non intenzionato riesce ad evitare.

La visione adulta della seduttività viene sempre più proposta e attribuita ai bambini, alle femmine in particolare. Pose e abbigliamenti si traducono i messaggi esplicitamente erotici che rischiano di indurre comportamenti e vissuti erotizzati non adeguati all’età. Questa pressione, rispetto al loro livello di maturazione ormonale e affettiva, trasforma il messaggio in un vero e proprio atto di violenza e finisce per erotizzare precocemente i bambini, in contrasto con l’inderogabile diritto di tutti a godere di una infanzia pienamente infantile e non “adultizzata” ad uso e profitto.

Sia per i maschi che per le femmine la sessualità non rappresenta più quell’area di drammatica conflittualità tra genitori e figli, com’era in passato. I genitori di oggi non sembrano propensi a compromettersi in una vera e proprio educazione sessuale, che suoni come istigazione a darsi da fare, ma tacciono benevolmente esternando l’auspicio che l’esercizio sessuale non sia ginnastica ma diventi comunicazione affettiva. I comportamenti sessuali messi in atto dai giovani e la valutazione che ne danno, sembrano risentire sempre meno delle differenze tra diversi contesti locali, tra grandi e piccoli centri urbani. L’effetto della globalizzazione si manifesta quindi, anche nell’agire e nelle opinioni rispetto alla sessualità che sembra fare riferimento a modelli comuni: quelli veicolati dai media.

Gli effetti di questa iper-stimolazione mediatica e dell’anticipazione della sessualità si ripercuote in una maggiore difficoltà nella costruzione di un’immagine corporea positiva che dovrà, per essere tale, reggere il confronto con i canoni di bellezza e seduttività dei modelli proposti. La tensione per ottenere i risultati desiderati e l’eventuale delusione, possono interferire con il raggiungimento ed il consolidamento di una buona autostima e la conseguente frustrazione può talvolta favorire comportamenti reattivi, quali i disturbi della condotta alimentare.

Un’altra conseguenza negativa interessa la futura sessualità. Aderendo a comportamenti e atteggiamenti per i quali non hanno ancora sviluppato un’adeguata maturazione emotivo-affettiva, gli adolescenti rischiano di esperire la sessualità come un oggetto da consumare, in una povertà di significati relazionali ed affettivi che già ora tendiamo a ritrovare nei comportamenti di una parte degli adolescenti. La facilità di accesso a internet può portare, tra i vari rischi, quello di fare proprio un modello di sessualità che possiamo definire “pornografica”. Qualunque trasgressione, riproposta anche mille volte in modi diversi, assume un significato di “normalità.

Dagli scenari descritti si potrebbe immaginare che i giovani affrontino le loro esperienze sessuali con disinvoltura, in un clima di facilitazione e, dunque, senza troppe difficoltà. Al contrario, sono molto diffuse le incertezze e le ansie che alimentano sentimenti di ansia, di vergogna ed inadeguatezza. L’ansia è quella del confronto con modelli proposti dai media e la vergogna nell’approccio sessuale è relativa al proprio corpo, all’ inadeguatezza della propria performance o al deludere le aspettative dell’altro.

La difficoltà a confrontarsi con una relazione reale, in cui emotività e cognitività si devono integrare, diviene per molti adolescenti un’impresa troppo ardua da affrontare. Si spiegano in questo modo la preoccupante tendenza a un “ritiro” nel mondo virtuale di molti adolescenti, che trovano solo in tale dimensione la possibilità di vivere la propria sessualità senza paura. Il mondo virtuale offre la possibilità di evitare il confronto diretto e di nascondere il corpo ed infatti tende ad assumere un ruolo sempre più centrale nelle esperienze sessuali di molti giovani, specie di quelli meno sicuri delle proprie qualità, condizionandone i comportamenti. Per questi giovani il rischio è proprio quello di rimanere ”impigliati nella rete”
sviluppando una temibile forma di dipendenza da internet (internet addiction disorder) che sta interessando un numero sempre maggiore di giovani.
Non è possibile arrestare il progresso informatico e nemmeno demonizzare internet che, in poco meno di un ventennio, ha rivoluzionato le nostre vite facilitandole in moltissimi aspetti. In mancanza di alcun tipo di filtro adeguato, che renda “sicura” la navigazione dei nostri ragazzi, non vi è altro da fare: tutti insieme (pediatri, insegnanti, educatori) abbiamo il dovere di ribadire con forza ai genitori di stare accanto ai figli che si affacciano in rete, non lasciandoli MAI da soli ad affrontare le insidie del web.

Dott.ssa Maria Libranti – Pediatra di base.


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